TFR: cosa succede se il datore di lavoro non paga e come risolvere la questione – Lorenzo Angelini

Mancato pagamento del TFR e dello stipendio, se succede cosa è possibile fare? Vediamo le azioni possibili da attuare in caso di mancanze.

Il mancato pagamento di stipendio e TFR è un problema per il lavoratore che si trova nella difficoltà economica quotidiana. La mancanza di questi componenti non è un fattore scontato e semplice, ma ricopre una mancanza sociale e lavorativa di valore. Cosa possiamo fare se siamo entriamo in questi meccanismi? Vediamo cosa poter fare, comprendendo come rapportarci con le mancanze del datore di lavoro.

Mancato pagamento del TFR, cosa poter fare per risolvere?
TFR (Canva) – Bonus.it

Prima di tutto cerchiamo di spiegare il funzionamento del TFR, o Trattamento di Fine Rapporto. Parliamo di un credito che ogni lavoratore matura nel corso dell’attività lavorativa. Tale credito viene erogato dal datore di lavoro al lavorato nella cessazione del contratto, secondo le direttive dei CNL. L’erogazione del credito deve essere corrisposta entro il giorno 15 del mese successivo. Se il TFR non viene erogato in tempo il datore di lavoro sarà obbligato a versarlo con gli interessi che vengono maturati dal ritardo.

Mancato pagamento del TFR: cosa poter fare?

Il lavoratore si può tutelare, inoltre, con un ricorso per il decreto ingiuntivo in Tribunale. Quando il provvedimento verrà notificato, il datore avrà quaranta giorni di tempo per accreditare il TFR. In caso di ulteriore mancato pagamento, si può richiedere il fallimento dell’impresa stessa. Attenzione, in caso fallimento definito dal datore stesso, non cadono i diritti del lavoratore, che però dovrà cedere più tempo al datore. In caso ulteriori mancanze, il TFR può essere erogato anche dall’INPS, grazie al fondo di garanzia e tutela dei dipendenti privati.

Quali azioni legali se viene mancato il pagamento del TFR?
Avvocato (Canva) – Bonus.it

Abbiamo parlato di TFR, ma se succede con il pagamento dello stipendio? Le cose cambiano, ma non così radicalmente. Ovviamente ogni azione è regolata in base al contratto che definisce i rapporti, ma, ordinariamente, lo stipendio deve essere corrisposto dal datore di lavoro entro il giorno 10 del mese successivo.

Di questo parla la normativa, ma se non arriva il pagamento? Importante sapere che per un ritardo di pochi giorni o di una “sola” mensilità, non c’è alcun motivo anche per dimettersi per giusta casa. Ma è possibile intraprendere azioni legali quando il ritardo è continuativo nel tempo.