Se si perde il lavoro l’assegno di mantenimento diminuisce?

Si riduce l’assegno di mantenimento se chi lo deve pagare perde il lavoro? Vediamo obblighi e doveri che ruotano attorno a questa situazione.

L’assegno di mantenimento è un tema difficile da gestire, soprattutto se non c’è accordo fra gli ex coniugi. Il calcolo che costituisce l’assegno di mantenimento non è stabilito da requisiti prestabiliti, rendendo difficile comprenderne l’importo. Ma si basa sulla situazione economica del coniuge che se ne fa carico. Ma cosa succede se il contesto economico di chi deve pagare gli assegni cambia?

In caso di perdita del lavoro è possibile rimodulare l'assegno di mantenimento?
Licenziamento (Canva) – Bonus.it

Chiedere una revisione, quindi una riduzione o una revoca, è possibile, ma se sono presenti circostanze nuove rispetto a quelle affrontate in precedenza, come, ad esempio, la perdita del lavoro. Ma il solo evento non costituisce una modifica dello status economico tale da poter richiedere un cambiamento sull’assegno di mantenimento. Difatti vengono presi in considerazioni altri livelli che compongono il quadro decisionale sul tema.

Assegno di mantenimento: se e quando chiedere una revisione

La perdita del lavoro è definibile come uno status economico “momentaneo“, che ovviamente, si inserisce in un contesto giuridico, ma non economico reale, vista la situazione lavorativa di oggi. Viene quindi valutata la possibilità del coniuge di superare la situazione di crisi. Ma esistono anche altri criteri. Oltre al contesto lavorativo vengono prese in considerazione due caratteristiche: la possibilità economico-patrimoniali e il rapporto fra le condizioni economiche dell’obbligato e del beneficiario.

Assegno di mantenimento: come funziona
Divorzio (Canva) – Bonus.it

Nel primo caso di ragionamento, parliamo della possibilità dell’ex coniuge di avere redditi diversi da quelli da lavoro, o che presenta una cospicua quantità di risparmi. Mentre, invece, se parliamo del rapporto delle condizioni economiche, ci soffermiamo, appunto, sulle condizioni che determinano non solo chi deve dare l’assegno, ma chi lo deve percepire, ed i motivi economici che portano a tale decisione. Sono questi tre punti si basa l’eventuale rimodulazione dell’assegno.

Nel mutamento di una o più situazioni ecco che scattala la possibilità di una riduzione, soprattutto in un contesto economico come quello italiano, nel quale la posizione lavorativa è, per molti, la principale se non unica fonte di reddito e di risparmio. In situazioni così, ovviamente, la posizione lavorativa assume tutt’altro peso.