Donna incinta evita il carcere: è la decima gravidanza

Una donna incinta di 32 anni secondo le forze dell’ordine dal 2004 ha commesso molti reati ma non può andare in galera

La storia fa venire in mente il film di Vittorio De Sica Ieri, oggi e domani del 1963 dove il personaggio interpretato da Sofia Loren evita la galera perché è incinta. La vicenda odierna avviene non a Napoli ma a Monza dove una 32enne condannata a 9 anni di reclusione per scippi e reati contro la persona non potrà andare in carcere per lo stesso motivo. Dopo nove figli, ora risulta in attesa del decimo.

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Auto Polizia di Stato (foto Canva) – Bonus.it

La polizia, che era sulle sue tracce, l’ha ritrovata in un albergo della città lombarda. Dal 2004 ha commesso molti furti e rapine. È responsabile anche di reati in materia di immigrazione (è di origine bosniaca) e reati riguardanti le armi.

Donna incinta evita ancora in carcere nonostante le numerose condanne

Anche questa volta, nonostante a proprio carico ci sia un ordine di carcerazione emesso della Procura della Repubblica di Imperia, non sarà trasferita in galera a causa della nuova gravidanza. È difficile pensare che non si tratti di un escamotage pensato a tavolino proprio per non far applicare le condanne stabilite dalla magistratura.

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Donna in carcere (foto Canva) – Bonus.it

Dal marzo di quest’anno il Questore di Milano le ha vietato per 12 mesi l’accesso all’intera rete metropolitana e ferroviaria comprese le superficie e le immediate vicinanze degli stessi.

Inoltre visti i tanti reati commessi dal 2004 allo scorso anno, un provvedimento dell’autorità giudiziaria ha unificato tutte le pene per un periodo totale di 7 anni, 11 mesi e 9 giorni con una multa di oltre 4mila euro.

Come in passato, anche questa volta la donna, che era in albergo con il compagno, non potrà essere tradotta in carcere perché lo stato personale nel quale si trova, la gravidanza, è incompatibile con il regime carcerario.

Una vicenda che sui social, come per quasi tutti gli argomenti, ha scatenato il dibattito. Da una parte c’è chi sostiene che la legge sia sbagliata ed è giusto che la persona in causa paghi per i reati commessi e appurati dalla magistratura e chi, al contrario, difende la legittimità della norma a tutela del minore che nascerà.