Aumento dei prezzi: di quanto è aumentata la spesa in questi mesi

I prezzi sono aumentati e lo stato decide di metterci un freno. Ma come sta proseguendo l’inflazione nel nostro paese? 

L’aumento dei prezzi è stato e continua ad essere un brutto colpo per le famiglie, soprattutto quelle più in difficoltà. Ognuno di noi vive sulle nostre spalle un aumento dei prezzi sconsiderato che mette in ginocchio le nostre finanze, di fronte a lavori sottopagati e contesti di difficile mantenimento. Lo stato ha deciso che tutto questo deve fermarsi, anche se l’inflazione, secondo i dati, sta dimostrando una positiva contrazione. Il trimetre anti inflazione si farà.

Arriva la misura anti inflazione: gli industriali non partecipano
Spesa (Canva) – Bonus.it

Partiamo prima dai dati sull’inflazione. Negli ultimi mesi i prezzi hanno iniziato a ridursi; rimangono comunque più alti, ma sembra dimostrarsi un trend positivo che lascia un poco di respiro. L’aumento costante si è fermato nell’aprile di questo 2023, rallentando e poi tornando a scendere. Partendo dal luglio 2022 con un +9,1, agosto +9,6, settembre +10,9, ottobre +12,6, novembre +12,7, dicembre +12,6, gennaio 2023 +12, febbraio +12,7, marzo +12,6, aprile +11,6, maggio +11,2, giugno +10,5, ed infine luglio con +10,4.

Frena l’inflazione ma il Governo decide comunque di agire

Sapendo questo trend possiamo parlare del progetto salva spesa del Governo, che punterà a costituire un mercato di prezzi calmierati, soprattutto su articoli di prima necessità. Quindi parliamo di prodotti alimentari, articoli per l’infanzia e per l’igiene. Il progetto avrà inizio ad ottobre e continuerà fino a fine anno, il 31 dicembre; un trimestre di prova per comprendere l’impatto ma soprattutto come migliorare il progetto, in quanto nasce già “monco” di una parte importante.

Infatti c’è stato un dietrofront dal protocollo di intesa, quello dell’industria. Un importante ripensamento che cambia le carte in tavola e mette a rischio il progetto. In calce al protocollo d’intesa stipulato dal Ministero delle imprese e del Made in Italy sono presenti le firme “solo” delle associazioni della distribuzione moderna, del commercio, delle farmacie e parafarmacie. Nonostante tutto il ministro Adolfo Urso commenta positivamente il progetto.

Lo scetticismo dei consumatori è palpabile. L’Unione nazionale consumatori commenta “una sceneggiata, un’operazione di marketing e di facciata“. Ma chi decide di andarci giù pesante è Assoutenti che minaccia una denuncia contro l’ostruzionismo dell’industria, ipotizzando un esposto all’Antitrust per cartello.

Gli industriali dicono no: cosa succede

Per gli industriali un’accordo del genere è pericoloso perché così viene “chiuso solo con la grande distribuzione” afferma il delegato della Filiera Italiana, continuando nello spiegare come un protocollo di intesa di questo tipo affosserebbe le piccole imprese.