Acquisti online, l’inganno sulle spese di spedizione: fate attenzione

Spesso sulle spese di spedizione relative all’acquisto di prodotti online potrebbe celarsi un inganno: in cosa consiste e cosa dice la legge.

Gli acquisti online ormai sono divenuti una consuetudine per centinaia di milioni di persone in tutto il mondo che ogni giorno si recano sui tantissimi siti di e-commerce esistenti per comprare prodotti di ogni genere.

Acquisti online spese spedizione inganno venditori
Computer (Foto da Canva) – Bonus.it

Considerata la quantità di questi siti, si è sempre alla caccia dell’offerta più conveniente, ma a volte si può incappare in truffe o comportamenti scorretti da parte dei venditori. Uno di questi riguarda le spese di spedizione del prodotto.

Acquisti online, l’inganno sulle spese di spedizione: in cosa consiste

Quando si compra qualcosa online si deve badare a quelle che sono le spese di spedizione, ossia i costi che il venditore deve sostenere per inviare il prodotto in casa dell’acquirente. Alcuni siti o venditori non prevedono spese di questo genere, ma bisogna fare attenzione a tale aspetto che potrebbe celare un comportamento illecito.

Acquisti siti e-commerce costi spedizione inganno
Acquisto con smartphone (Foto da Canva) – Bonus.it

Della questione si è occupato l’avvocato Angelo Greco in uno dei suoi video pubblicati sui social network. Il fondatore e direttore del sito Laleggepertutti.it ha spiegato che diversi venditori online applicano un prezzo maggiore al prodotto messo in commercio non prevedendo poi spese di spedizione.

Si tratta di un comportamento non corretto perché se si pensa ad un acquisto di più prodotti si avrà una maggiorazione del prezzo. Ad esempio, si pensi a due venditori che vendono lo stesso articolo a 10 euro: uno dei due specifica che il prezzo è di 6 euro a cui si aggiungono 4 euro di spedizione, l’altro, invece, indica 10 euro come prezzo della merce. Se si acquistano, dunque, tre articoli, nel primo caso si spenderanno 22 euro (18 + i 4 previsto per l’invio della merce), mentre nel secondo 30 euro, ossia 8 euro in più per gli stessi oggetti.

Come spiega lo stesso avvocato Greco, questa pratica è illecita secondo la legge del consumo che impone di chiarire nel dettaglio cosa compone il costo di un prodotto. Per questo motivo, in casi del genere, esercitando il diritto di recesso il venditore dovrà restituire le spese effettuate dall’acquirente per intero.