Le tasse sono il vero e proprio incubo dei contribuenti, una medicina necessaria per il funzionamento dello Stato e l’erogazione dei servizi
Il recupero dell’evasione fiscale, in Italia, è la vera e propria Madre di Tutte le Battaglie necessarie a rendere efficiente ed efficace il lavoro dello Stato. I numeri, come sempre, sono lo strumento migliore per specificare il dato. Nella Legge di Bilancio per l’anno 2023 il Governo, presieduto da Giorgia Meloni, ha varato la cosiddetta Rottamazione quater
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Si tratta, nello specifico, della quarta puntata della rottamazione con saldo e stralcio delle cartelle esattoriali giacenti presso l’Agenzia per le Entrate. Una massa abnorme che, secondo gli ultimi calcoli ufficiali, corrisponde a poco più di 20 miliardi di euro. Una intera Legge di Bilancio stando a dati del 2023. Ma non solo. Vanno sommati tutti i dati della grande evasione fiscale, quella delle grandi aziende.
Tasse, i controlli dell’Agenzia delle Entrate
Dati che, sommati, generano un buco nella casse dello Stato importante. Buco che significa minor servizi, meno manutenzione di strade, scuole e ospedali. Meno Stato. Va detto altresì, ma non a titolo giustificativo, che la pressione fiscale in Italia è tra le più alte d’Europa. Una pressione ufficiale stimata al 37%. Una pressione che, però, sommata a tasse locali e al “nero” arriva sopra il 49%.
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Non ci sono alternative però. È fondamentale recuperare il più possibile dell’evasione fiscale e delle tasse eluse e non pagate per permettere allo Stato di funzionare meglio. Per questo motivo l’Agenzia delle Entrate ha messo in opera tre azioni, puntuali, per capire ed intuire dove si annidano i contribuenti infedeli. Nello specifico le azioni sono tre. Ecco quali sono e come funzionano. Partiamo dall’uso del Redditometro, ovvero un algoritmo in possesso dell’ente statale che funziona attraverso il calcolo combinato tra i guadagni ottenuti e le spese sostenute.
Il secondo strumento, invece, è il cosiddetto Risparmiometro. In questo caso il meccanismo è più complesso e si basa sulla verifica del risparmio presente nei conti e sulla propensione a spendere. Se quello che viene guadagnato è inferiore ai 2000 euro e resta in giacenza è evidente che si tratta di una cifra risparmiata. La terza e ultima azione è in ordine all’Anagrafe dei conti correnti, ovvero a tutti i rapporti finanziari che un contribuente attiva sul territorio nazionale. L’incrocio di tutti questi dati determina il livello di rischio del contribuente e i relativi accertamenti