Natalità e lavoro nel giudizio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sono temi centrali nella politica del governo e troveranno posto nella Legge di Bilancio.
Con la fine dell’estate sono ormai iniziate le discussioni e il confronto tra le forze politiche della maggioranza di governo sulla prossima Legge di Bilancio. Una manovra che si preannuncia molto complessa a causa delle difficili condizioni economiche attraversate dal Paese. Gli argomenti sul tavolo sono diversi dalla questione della riforma delle pensioni alle politiche del lavoro, dalla condizione femminile alla natalità.
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Si tratta di tematiche complesse che investono diversi piani di discussione e che si scontrano con le esigenze dei conti pubblici e la difficoltà a recuperare risorse le necessarie per i provvedimenti all’ordine del giorno. Tra gli argomenti urgenti, nel giudizio del Presidente Meloni, sono decisivi la natalità e connesso ad esso il lavoro, soprattutto quello femminile.
La Legge di Bilancio, i temi centrali per Meloni
Intervistata dal Corriere della Sera, Giorgia Meloni ha affermato con forza la necessità di affrontare le questioni centrali centrali per il Paese nella Legge di Bilancio: incentivare la ripresa demografica e proteggere il lavoro femminile. Non si deve imporre alle donne la scelta tra lavoro e maternità, ma fare in modo che “una donna possa e debba essere messa nella condizione di avere il massimo della carriera possibile, come tante donne fanno, senza per questo dover fare delle rinunce”.
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Meloni ribadisce nell’intervista di difendere il valore della famiglie e allo stesso tempo quello natalità, da incentivare e sostenere. Ma non per questo di voler le donne un passo indietro e ai margini della società. Meloni si riferiva alle polemiche avvenute al momento della sua nomina a Presidente del Consiglio, quando era stata accusata di praticare politiche discriminatorie nei confronti delle donne.
Il Presidente del Consiglio ha ricordato come i primi provvedimenti del nuovo governo siano stati proprio incentrati sulla questione della natalità connessa al lavoro, ricordando per esempio l’estensione del congedo parentale e quella del beneficio marginale, fringe benefit, l’una tantum che il datore di lavoro può aggiungere, completamente defiscalizzato, al lavoratore con figli.
Certamente si tratta di temi importanti e complessi. Riportiamo a ragion di cronaca i dati dell’Osservatorio dell’Inps sui lavoratori dipendenti: nel 2021 il reddito medio dei lavoratori di sesso maschili è stato in Italia di 25.958 euro, quello delle lavoratrici è stato di 19.218. Lo stesso anno il reddito medio lordo mensile delle pensionate era di 1.3121,14 euro, contro i 1.970,19 euro degli uomini, secondo i dati del Consiglio nazionale degli Attuari.
La questione del lavoro femminile
Il welfare per il mondo del lavoro continua a essere un problema soprattutto riguardo il lavoro femminile, con tutte le difficoltà di conciliare lavoro e carichi familiari. Il lavoro delle donne è più precario, pagato meno e con pensioni più basse, nonostante livelli di istruzione e di rendimento scolastico superiori a quello maschile. La disparità, per non dire discriminazione, è evidente anche con sistema legislativo avanzato come quello italiano.
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Le donne continuano ad essere impiegate soprattutto nei servizi pubblici, nella scuola, nella sanità e in genere nei servizi di cura della persona. Non casualmente i settori dove precarietà e retribuzioni basse sono largamente diffusi. Forse si potrebbe iniziare da lì, garantendo a tutte stabilità, retribuzioni adeguate e diritti. v.p.