Bonifico tra membri del nucleo familiare: occhio ai limiti

Bonifico tra familiari: avvengo quotidianamente ma è importante conoscere le regole perché possiamo avere problemi con il fisco

Effettuare un bonifico tra persone appartenenti allo stesso nucleo familiare è molto diffuso. Pensiamo ad esempio a un figlio che vive in un’altra città perché studente fuorisede e che ha bisogno del sostentamento per le spese universitarie e soprattutto l’affitto.

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Bonifico bancario (foto Canva) – Bonus.it

Dare molti contanti non è particolarmente consigliato visti i pericoli che si corrono. Il passaggio di denaro sul conto è sicuro e rapido, ma bisogna fare attenzione. Infatti alcuni usano questi escamotage per nascondere soldi al fisco. Vediamo se ci sono limiti e come fare un bonifico a un familiare stretto senza rischiare di incorrere in controlli e sanzioni.

Bonifico tra familiari: cosa sapere

Quando l’Agenzia delle Entrate effettua un controllo può verificare anche la posizione dei familiari del soggetto interessato, sospettando che possa esserci un’intestazione fittizia di conto corrente. Se le movimentazioni sono frequenti e soprattutto di grosse somme, all’ente statale nasce più di qualche dubbio.

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Bonifico via computer (foto Canva) – Bonus.it

Ciò non toglie che i trasferimenti di soldi da un conto a un altro tra familiari sia più che legittimo. Oltre al suddetto esempio di un genitore che invia soldi al figlio, resta comunque un altro motivo valido all’origine del bonifico, la solidarietà. Se un fratello è in difficoltà economica, nulla vieta di inviargli dei soldi.

Per tale motivo non esiste alcun limite ai bonifici tra familiari. Non ci sono per gli importi e neanche per la frequenza. Ma nel caso in cui i primi fossero sostanziosi, è bene adottare delle cautele. È importante evitare il sospetto che ci sia un’intestazione fittizia del conto e dunque dimostrare sempre la provenienza del denaro che ha sul conto.

Ad esempio, se un padre pensionato ogni mese riceve solo i soldi dell’indennità e non ha altre entrata ma improvvisamente ecco una grossa somma versata sul conto e girata su quello del figlio (o questi ha la delega all’accesso), ecco che si può pensare che quei soldi appartengano al figlio, provenienti da attività in nero.

Se non c’è tale circostanza e il padre dona soldi al figlio, non c’è nulla da temere poiché l’Agenzia non sospetterà che il conto del padre venga usato solo come appoggio di soldi provenienti da attività illecite. Inoltre è molto importante la causale, scrive per quale motivi avviene il trasferimento da un conto a un altro.