AI e lavoro, saranno le donne a vedere a rischio il proprio lavoro?

AI, lavoro e donne: un argomento delicato in un epoca di cambiamento che potrebbe svantaggiare le lavoratrici

I film di fantascienza decenni fa hanno previsto che moltissime attività sarebbero state sostituite dalla robotica. Si pensava, però, che alcune sarebbero rimaste appannaggio dell’uomo. A quanto pare su questo punto però qualche errore c’è stato.

AL LAVORO DONNE
Intelligenza artificiale e le donne (foto Canva) – Bonus.it

La scrittura di un articolo è frutto del retroterra culturale dell’autore, del proprio acume mentale. Con l’Intelligenza artificiale si rischia di perdere anche questo. Essa infatti è in grado di generare testo, immagini e video.

AI e lavoro, donne più a rischio: lo studio

Secondo un report diffuso da Goldman Sachs dal titolo The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth, il settore dei media è uno dei 15 più a rischio di automazione e secondo un altro studio, realizzato dal think thank Kenan Institute of Private Enterprise, le donne sono più minacciate.

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AI (Foto Canva) – Bonus.it

Sarebbero ben 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno, dicono i dati dello studio considerando le statistiche sull’occupazione e sui salari negli Stati Uniti.
C’è da evidenziare che il 79% delle donne impiegate negli Usa svolge proprio lavori maggiormente esposte al rischio di automazione, contro il 58% degli uomini. Dunque otto donne possono essere sostituite dal lavoro artificiale, scrive Mark McNeilly, professore di marketing presso la Kenan-Flagler School e principale autore della ricerca.

Le professioni di cui parliamo sono quelle supporto amministrativo in ufficio, occupate per il 71,9% le donne e per il 28,1% gli uomini. Altri settori sono l’assistenza sanitaria, l’istruzione e dei servizi sociali.

Sono comunque previsioni che potrebbero essere smentite innanzitutto perché l’introduzione di prodotti di intelligenza artificiale come ChatGpt, Bing Chat, Bard, Midjourney è ancora agli albori e il futuro è ancora incerto visti i continui aggiornamenti.

McNeilly sottolinea dunque che è presto fare previsioni con maggiore certezza ma lo è anche per capire come affrontare i problemi sociali creati dall’Intelligenza artificiale. Al momento si può cercare di aiutare l’attività umana nel lavoro togliendo ad essere i compiti più noiosi e velocizzare alcuni processi, soprattutto in ambito sanitario dove a volte il tempi di diagnosi e interventi devono essere rapidi. Questo sembra il modo più corretto per usare l’IA, e non togliere creatività all’uomo.