Pensioni: presto ci saranno dei tagli, scopriamo per chi e a quanto ammontano

Tra pochi mesi ci saranno ulteriori tagli alle pensioni. Sebbene non colpiranno tutti, per alcuni cittadini la situazione diventerà dura.

Brutte notizie per i pensionati italiani. Una buona fetta di loro verrà  di nuovo utilizzata per raggranellare soldi che servono al governo in carica per mettere a punto delle promesse fatte in campagna elettorale. Una situazione che calcola non poco scontento, tra gli anziani, che si potrebbero di nuovo veder diminuire l’assegno del trattamento pensionistico.

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Coppia di pensionati (Foto da Canva) – Bonus.it

Non si tratta certo di una novità, visto che anche nel 2023 sono state le pensioni ad andarci di mezzo e che sono state usate, utilizzando un termine forse un po’ forte, per fare cassa. A farne le spese, tuttavia, potrebbero non essere tutti i pensionati, ma solo quelli che prendono gli assegni più alti, come già accaduto in questi ultimi mesi, per chi prende una pensione di 4 volte l’importo minimo.

Presto possibili tagli alle pensioni: ecco chi ne verrà colpito

La premier Meloni ha già annunciato il taglio del cuneo fiscale anche per il 2024, e ciò sta ad indicare che il governo dovrà trovare tra gli 8 e i 10 miliardi di euro. A questo si deve poi aggiungere anche la riforma fiscale e l’introduzione di possibili nuovi bonus per le famiglie messe in croce dagli aumenti di benzina e energia. Insomma, all’esecutivo servono circa 30 miliardi di euro, ma al momento ne hanno a disposizione circa un quinto, a causa del deficit.

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Un gruppo di pensionati (Foto da Canva) – Bonus.it

Ciò potrebbe portare a un’ulteriore stretta sulla rivalutazione, anche se il ministro del Mef Giorgetti per ora reputa prematuro parlare di questa prospettiva, e plausibile solo nel caso il Ministero non riuscisse a raggranellare tutto quanto il possibile in altro modo. Una possibilità, tuttavia, che fa infuriare i pensionati con gli assegni più alti.

Bisogna inoltre sottolineare come tali rivalutazioni potrebbero essere anche incostituzionali, come dichiarato dalla sentenza 234 del 2020, che le ha ritenute illegittime se reiterate, ovvero protratte nel tempo, in quanto vanno a paralizzare il “meccanismo di adeguamento”. Non resta che vedere cosa deciderà di fare il governo da qui a qualche mese, quando dovrà presentare la Legge di Bilancio.