Granchio blu in Italia: gli aiuti non sono sufficienti

La specie aliena del Granchio Blu è uno degli argomenti principali del dibattito politico dell’estate 2023, e ora si fa la conta dei danni

In principio era un tema che appassionava solo gli addetti ai lavori. In particolare, i tecnici del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, l’SNPA. Poi è diventato tema di dibattito nell’ampia, ma frastagliata, galassia dell’associazionismo ambientalista. Pian piano la questione si è fatta di dominio generale fino a diventare una questione di rilevanza nazionale e soprattutto sociopolitica.

Granchio Blu, pescatore (Foto Canva) - bonus.it 20230906
Granchio Blu, pescatore (Foto Canva) – bonus.it

Parliamo del Granchio Blu, o meglio dell’invasione dei Cinque Mari che circondano la nostra penisola da parte della particolare specie di crostaceo decapode detto anche azzurro o reale. Una specie aliena per i nostri mari e che negli ultimi dodici mesi ha letteralmente invaso le acque di Mediterraneo, Adriatico, Ligure, Jonio e Tirreno. Si perché il mare italiano non è l’habitat naturale del Granchio. Il suo spazio ideale è l’Oceano Atlantico e nello specifico tutto il continente americano.

Granchio Blu, per i pescatori solo “elemosina”

Ma allora che ci fa il Granchio Blu nei nostri mari? La risposta è semplice, quasi scontata, ha trovato un nuovo habitat a causa dei cambiamenti climatici. Ma non solo. L’invasione da parte del crostaceo decapode ha effetti importanti nell’intero ecosistema e nel suo sfruttamento economico.

Granchio Blu, preparazione (Foto X.Com @Marranna57) - bonus.it 20230906
Granchio Blu, preparazione (Foto X.Com @Marranna57) – bonus.it 20230906

Si perché il Granchio Blu non ha antagonisti adeguati nei nostri mari. E in più si nutre essenzialmente di molluschi gasteropodi, ovvero le lumachine e i murici ed i molluschi bivalvi, essenzialmente cozze, ostriche, vongole e cappesante. Più altri crostacei minori. Guarda caso il cuore della pesca nazionale e dell’ittiologia italiana. Pertanto, danni al sistema marino e danni all’industria della pesca. Danni in un settore che nell’ultimo triennio grazie alla pandemia da coronavirus covid-19 e alla crisi economica che ne è derivata hanno già perso oltre 18.000 addetti.

E le prospettive non sono migliori vista anche l’esigua massa di denaro che il Ministero dell’Agricoltura, quello guidato da Francesco Lollobrigida, ha messo a disposizione come ristori per i danni derivati del Granchio Blu. Parliamo di meno di 3 milioni, 2,9 per la precisione che verranno erogati dalla Direzione Pesca del Ministero. Il meccanismo, per fortuna, non è con la logica del click-day, ma viste le dimensioni, considerate dall’Alleanza delle Cooperative italiane della pesca, “largamente insufficienti”, i rischi rischiano di moltiplicarsi. Cosi come si sta moltiplicando nei nostri mari il crostaceo di colore azzurro