Scontrini con prezzi folli, ma secondo la legge è legale o no

Da questa estate spopolano sul web foto di scontrini con prezzi folli: ecco cosa dice la legge riguardo i prezzi di vendita elevati

Come ben sappiamo, quando acquistiamo un prodotto presso un esercizio commerciale l’esercente è obbligato per legge ad emettere uno scontrino. Lo scontrino altro non è che un documento di vendita che testimonia i guadagni del commerciante dal quale sarà poi ricavato il pagamento di tasse ed imposte.

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scontrino sovrapprezzo è legale? (Foto Adobe-bonus.it)

Viaggiando suoi social network balza all’occhio come, a partire da questa estate, sia diventata una vera e propria moda pubblicare scontrini con prezzi molto elevati. Si tratta di scontrini “gonfiati” che avrebbero danneggiato le tasche dei turisti finiti in un determinato bar o ristorante.

Scontrini gonfiati, cosa dice la legge a riguardo

Quelli postati nei mesi scorsi sui social sono scontrini di prezzi inseriti per servizi aggiuntivi che mai prima d’ora erano stati inseriti. Parliamo, ad esempio, dei 2 euro aggiunti sullo scontrino di un uomo per aver chiesto che il toast ordinato fosse diviso in due parti. La stessa cosa è capitato ad una donna che ha chiesto un cappuccino senza schiuma.

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scontrino sovrapprezzo è legale? (Foto Adobe-bonus.it)

Si tratta di extra dalle cifre irrisorie che però, sommate per più clienti, portano un notevole incasso a fine serata nelle tasche degli esercenti. Dopo la pubblicazione degli scontrini sui vari social la notizia è stata ripresa da tante testate giornalistiche locali e ha scatenato, come era prevedibile, molte polemiche.

Oltre le polemiche legittime da parte dell’opinione pubblica, molti esperti del settore legislativo si sono informati sui prezzi gonfiati degli scontrini arrivando ad una conclusione comune: per la legge italiana è impossibile commissionare prezzi extra qualora questi non fossero stati appositamente indicati in un listino a parte.

Quindi la legge italiana non vieta al commerciante di applicare dei sovraprezzi ma questi devono essere chiari e leggibili fin dal primo momento. Ogni esercente è quindi libero di scegliere i prezzi ai quali vendere i propri prodotti e servizi. Starà poi al consumatore scegliere presso quale rivenditore rifornirsi, ma solo laddove sia possibile visionare l’importo richiesto prima dell’effettiva consumazione.

Nel caso in cui, però, nel listino prezzi dovesse mancare la voce che indica il sovrapprezzo e questo andrà a comparire direttamente nello scontrino, allora l’esercente potrebbe incappare in una sanzione amministrativa fino a 2mila euro.