Scontrini fuori dal comune: consigli da avvocato contro i prezzi alti

Come affrontare gli scontrini “pazzi”, quali sono le contromisure efficaci contro le richieste eccessive al bar o al ristorante.

Un panino in un bar, un tramezzino di quelli semplici prosciutto cotto e mozzarella e poi la cortesia di dividerlo a metà su due piattini. Appare una richiesta semplice da parte di un cliente, sembra essere la normalità all’interno di un esercizio di ristorazione. Oppure un caffè macchiato o schiumato se preferite con un po’ di latte. Anche questa una richiesta assolutamente normale ma…

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Scontrino (Foto Adobe) – bonus.it

Il barista dall’altra parte del bancone potrebbe non prenderla troppo bene, potrebbe apparire una pretesa eccessiva, dispendiosa di tempo e risorse e quindi da pagare  adeguatamente. L’estate che sta finendo sarà ricordata anche per i cosiddetti scontrini pazzi, finiti addirittura sulle prime pagine di autorevoli giornali stranieri e su importanti canali televisivi come CNN, descritti come vere e proprie fregature contro ignari turisti dal noto canale statunitense.

Scontrini, prezzi e pos che succede

L’estate degli scontrini non ha significato soltanto prezzi maggiorati e servizi a pagamento, ma pos rifiutati e polemiche a non finire, alimentate dalla tendenza di denunciare le situazioni più incresciose e imbarazzanti su social e stampa. Infatti non è stata confermata esclusivamente la pessima abitudine di alcuni ristoratori di aumentare prezzi e servizi per i turisti in maniera sconsiderata, ma anche l’utilizzo del POS è risultato in diverse occasioni controverso e poco trasparente.

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Scontrino (Foto Adobe) – bonus.it

In particolare, sono stati diversi i casi in cui il pagamento con carta o bancomat è stato rifiutato o è stato applicato un sovrapprezzo per il cliente. Di certo la crisi e i rincari hanno colpito anche il settore della ristorazione e del turismo, ma questi aumenti sono giustificati? E queste richieste hanno una valida motivazione normativa? La risposta immediata per quanto  riguarda l’uso del POS è no, il ristoratore ha l’obbligo di accettare il pagamento con strumenti elettronici.

Nel caso che il POS non funzioni e che ci siano dei problemi di linea è tenuto ad avvertire preventivamente i clienti ed evitare così situazioni imbarazzanti come quella successa a Roma all’inizio dell’estate, dove un noto giornalista e conduttore radiofonico, in quel momento senza contanti, è stato costretto ad allontanarsi a stomaco vuoto da un locale perché il POS era non funzionante.

Alcune indicazioni in questi casi

Come accennato l’esercente è tenuto ad accettare il pagamento elettronico e avvertire il cliente in caso di guasti. Non solo, le maggiorazioni nello scontrino per l’uso del POS sono vietate dalla legge, così come non esistono limitazioni dovute all’importo della spesa, anche un semplice caffè può essere pagato con la carta o il bancomat.

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POS (Foto Adobe) – bonus.it

Le cose sono diverse per le politiche dei prezzi. Ogni esercente può decidere autonomamente il suo listino. La cosa importante è che il prezzo sia chiaramente indicato nel menù e sia ben visibile per la clientela. Cosa analoga per i servizi aggiuntivi, si pagano ma devono essere indicati prima. Occorre buon senso e attenzione per mantenere un principio di trasparenza e chiarezza.

Il rapporto tra ristoratore e clientela è importante: un servizio ha dei costi per chi lo offre, ma deve essere assicurata la libertà di scelta da parte di chi lo compra. Turismo e ristorazione sono settori molto importanti dell’economia italiana, è controproducente non rispettare le regole soprattutto ora che l’immagine è determinante con social e informazione. v.p.