Pensioni di garanzia: come potrebbe funzionare l’assegno base per chi ha 40 anni

Non si ferma il lavoro per mettere a punto quelle che saranno le novità contenute nella riforma che andrà presentata a settembre: tra queste la Pensione di Garanzia.

Continua la raffica di incontri tra il Governo ed i sindacati per mettere a punto le nuove mosse legate alle pensioni da inserire all’interno della riforma. Tema caldo rimangono sicuramente le pensioni per i giovani lavoratori.

Governo pensioni riforma
La premier Giorgia Meloni (Instagram – giorgiameloni) – Bonus.it

L’obiettivo dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è quello di tutelare il futuro dei più giovani che potrebbero rischiare di aver maturato un assegno molto basso al momento della cessazione dell’attività lavorativa. Da qui l’ipotesi di una Pensione di Garanzia, ma di cosa si tratta e come funziona?

Pensione di Garanzia, l’ipotesi per tutelare i lavoratori più giovani: in cosa consiste

Il Governo Meloni sta cercando di mettere a punto una strategia per cercare di tutelare i lavoratori più giovani che hanno maturato un assegno di pensione molto basso. Si parla, dunque, di lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi in maniera discontinua dopo il 31 dicembre 1995, quando è entrata in vigore la riforma Dini che prevede il calcolo contributivo della pensione.

Pensione giovani come funziona
Calcolatrice (Foto da Canva) – Bonus.it

L’ipotesi avanzata dai sindacati, che stanno prendendo parte agli incontri con l’esecutivo, è quella di una Pensione di Garanzia che possa garantire, dunque, un assegno adeguato a quei soggetti che magari hanno versato i contributi attraverso un impiego discontinuo o precario. Ma come dovrebbe funzionare? Questa formula prevede un assegno integrativo che si aggiunge a quello pensionistico in modo da arrivare ad un importo dignitoso. La Pensione di Garanzia dovrebbe, dunque, anche andare a tenere in considerazione i periodi di impiego a bassa retribuzione, quelli di formazione, ma anche quelli di disoccupazione così da procedere con il calcolo.

Negli incontri svoltisi sino ad oggi non si è arrivati ancora ad un’intesa sulla questione che dovrà essere discussa durante i prossimi vertici per arrivare ad una soluzione definitiva entro settembre quando la nuova Legge di Bilancio dovrà essere presentata e successivamente approvata.

Il rischio, secondo i sindacati, è quello che i lavoratori ad oggi 40enni possano pagare il prezzo del nuovo metodo contributivo per il calcolo della pensione ed avere un assegno non dignitoso.